Caratteristiche
Le Cinque Terre
8h c.ca
Auto
Conducente
Inglese
Panoramica del tour
Non si può resistere alla possibilità di trascorrere qualche ora tra le bellezze delle Cinque Terre. Il motivo per cui noleggiare un’auto con conducente che ti accompagni nel tuo tour tra Riomaggiore, Manarola, Cornigia, Vernazza e Monterosso è semplice: vuoi goderti lo spettacolo che queste terre possono offrire in modo sicuro, comodo ed indimenticabile.
Quali sono le attrazioni più interessanti ed i principali luoghi di interesse delle Cinque Terre? Scopri Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso a bordo di una comoda auto e lasciati guidare dal tuo autista personale.
Quali sono le attrazioni più interessanti ed i principali luoghi di interesse delle Cinque Terre? Scopri Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso a bordo di una comoda auto e lasciati guidare dal tuo autista personale.
Il punto di partenza di ogni viaggio attraverso la bellezza delle Cinque terre parte sempre da Riomaggiore. Questo piccolo borgo è un luogo incantevole. Riomaggiore è il primo paesino delle Cinque Terre che si incontra partendo da La Spezia. Il borgo si presenta con la struttura tipica di questi meravigliosi luoghi, come una scala che sale su per la montagna che guarda le spalle al borgo - a gradoni. Il borgo di Riomaggiore è attraversato da un piccolo torrente che gli conferisce la necessità di rispondere alle ripide pareti della roccia ed un fondovalle molto molto limitato. Questo costringe le case del paese ad abbracciarsi l’una all’altra, quasi come se avessero paura di cadere queste piccole bambine spaventate. Una scena molto suggestiva e quasi magica.
Scale, scalinate e gradoni: ecco il vero fascino di Riomaggiore, nelle Cinque Terre. La salita è insita nella poesia di questo borgo che non stanca di stupire con le case-torri costruite per sfidare la natura e restare lì, come signore eleganti ed un po’ strabordanti. La strada principale è un ex canale coperto, da cui il nome del borgo: rivus maior. Qui le pietre, l’ardesia, il giallo dell’intonaco o il rosa leggero dei tetti colorano l’aria e l’anima di chi si arrischia ad innamorarsi di Riomaggiore. Diventa quasi un dolore per il cuore una passeggiata qui, non si vuole più andare via.
Cosa si può vedere a Riomaggiore oltre alle case-torri, strette strette l’una all’altra? Intanto Riomaggiore è uno dei borghi inseriti all’interno del Parco Naturale delle Cinque Terre quindi la natura diventa protagonista assoluta di una sana passeggiata per le strade di questo borgo sospeso nel tempo.
Tra le cose da vedere a Riomaggiore, però, qualche attrazione c’è, a cominciare dal suo Castello. Il castello di Riomaggiore - detto anche Castellazzo di Cerricò, è una fortificazione risalente al 1400 ed è raggiungibile salendo la via del sagrato antistante la chiesa di San Giovanni Battista. Questa costruzione religiosa è un altro dei monumenti di Riomaggiore: si trova nella parte più alta del borgo e venne costruita attorno alla prima metà del 1300 per poi essere ristrutturata nel corso degli anni. Una chiesa pienamente gotica con decorazioni meravigliose, tutte da scoprire. Attorno alla fine dell’ottocento, la chiesa viene modificata ed ampliata in stile neogotico. Al suo interno si può ammirare un affascinante crocifisso ligneo d’autore e diverse opere d’arte, come il pulpito con il bassorilievo raffigurante San Martino.
Altre importanti attrazioni di Riomaggiore sono l’Oratorio dei Disciplinati e quello di San Rocco, il Santuario di nostra Signora di Montenero ed il piccolo ma nostalgico porto di Riomaggiore.
Scale, scalinate e gradoni: ecco il vero fascino di Riomaggiore, nelle Cinque Terre. La salita è insita nella poesia di questo borgo che non stanca di stupire con le case-torri costruite per sfidare la natura e restare lì, come signore eleganti ed un po’ strabordanti. La strada principale è un ex canale coperto, da cui il nome del borgo: rivus maior. Qui le pietre, l’ardesia, il giallo dell’intonaco o il rosa leggero dei tetti colorano l’aria e l’anima di chi si arrischia ad innamorarsi di Riomaggiore. Diventa quasi un dolore per il cuore una passeggiata qui, non si vuole più andare via.
Cosa si può vedere a Riomaggiore oltre alle case-torri, strette strette l’una all’altra? Intanto Riomaggiore è uno dei borghi inseriti all’interno del Parco Naturale delle Cinque Terre quindi la natura diventa protagonista assoluta di una sana passeggiata per le strade di questo borgo sospeso nel tempo.
Tra le cose da vedere a Riomaggiore, però, qualche attrazione c’è, a cominciare dal suo Castello. Il castello di Riomaggiore - detto anche Castellazzo di Cerricò, è una fortificazione risalente al 1400 ed è raggiungibile salendo la via del sagrato antistante la chiesa di San Giovanni Battista. Questa costruzione religiosa è un altro dei monumenti di Riomaggiore: si trova nella parte più alta del borgo e venne costruita attorno alla prima metà del 1300 per poi essere ristrutturata nel corso degli anni. Una chiesa pienamente gotica con decorazioni meravigliose, tutte da scoprire. Attorno alla fine dell’ottocento, la chiesa viene modificata ed ampliata in stile neogotico. Al suo interno si può ammirare un affascinante crocifisso ligneo d’autore e diverse opere d’arte, come il pulpito con il bassorilievo raffigurante San Martino.
Altre importanti attrazioni di Riomaggiore sono l’Oratorio dei Disciplinati e quello di San Rocco, il Santuario di nostra Signora di Montenero ed il piccolo ma nostalgico porto di Riomaggiore.
Manarola è uno di quei luoghi che ti regala il destino quando vuole farti stare davvero bene. Un posto lontano dal caos cittadino che dona serenità e pace a chiunque le dedichi qualche ora del suo tempo. Manarola è famosissimo per il suo vino dolce, conosciuto come Sciacchetrà. Al vino e alla vita brinda ogni volta che può questo piccolo borgo che, tra la produzione viticola e la tradizione delle piccole cose, diventa la casa di chiunque voglia rigenerarsi e fare un tuffo nella bellezza della semplicità.
Manarola è uno di quei borghi che si fa abbracciare (letteralmente) dalla natura. Le viti qui crescono rigogliose permettendo alla gente del luogo di produrre alcuni dei migliori vini liguri. Tutto il borgo sa di vino, di allegria, di semplicità. Non si riesce a smettere di pensare ai gesti lenti, intensi, sinceri. Manarola è un piccolo angolo di paradiso. Famosa per il suo presepe che ogni anno prende vita dal giorno dedicato all’Immacolata (l’8 dicembre) fino alla fine di gennaio, la cittadina ha tanto da offrire a chi la visita. Il borgo di Manarola ha case dipinte di vivaci colori, romantiche reliquie dei fasti medievali ed un piccolo, romantico porto che ha giustappunto una piccola rampa per le barche. Dalla piazza centrale del paese, è necessario salire fino a Punta Bonfiglio per godere di una vista senza se e senza ma del panorama circostante. Qui ci si può godere, in una pace assoluta, un buon bicchiere di Sciacchetrà con i profumi dei limoni, delle erbe selvatiche e del mare.
Se si hanno ancora dubbi su Manarola, i suoi pochi ma essenzialmente eleganti punti d’interesse faranno cambiare idea al più reticente dei visitatori. Si può cominciare il proprio tour partendo da Piazza Papa Innocenzo IV, nella parte alta del paese per godere della visita all’Oratorio dei Disciplinanti, la chiesa di San Lorenzo ed il campanile (mai completato) posto di fianco alla piccola struttura religiosa. Scendendo dalla piazza principale del paese, ci si può avventurare per le piccole stradine che lo attraversano come un sistema di vene ed arterie che alimentano, candide, la bellezza del luogo. Qui i locali tipici e qualche negozio di artigianato locale faranno sorridere occhi e cuore, riempiendo di ricordi unici e davvero singolari come la vista del vecchio mulino o la fine di Via Belvedere che conduce al porto.
Manarola è uno di quei borghi che si fa abbracciare (letteralmente) dalla natura. Le viti qui crescono rigogliose permettendo alla gente del luogo di produrre alcuni dei migliori vini liguri. Tutto il borgo sa di vino, di allegria, di semplicità. Non si riesce a smettere di pensare ai gesti lenti, intensi, sinceri. Manarola è un piccolo angolo di paradiso. Famosa per il suo presepe che ogni anno prende vita dal giorno dedicato all’Immacolata (l’8 dicembre) fino alla fine di gennaio, la cittadina ha tanto da offrire a chi la visita. Il borgo di Manarola ha case dipinte di vivaci colori, romantiche reliquie dei fasti medievali ed un piccolo, romantico porto che ha giustappunto una piccola rampa per le barche. Dalla piazza centrale del paese, è necessario salire fino a Punta Bonfiglio per godere di una vista senza se e senza ma del panorama circostante. Qui ci si può godere, in una pace assoluta, un buon bicchiere di Sciacchetrà con i profumi dei limoni, delle erbe selvatiche e del mare.
Se si hanno ancora dubbi su Manarola, i suoi pochi ma essenzialmente eleganti punti d’interesse faranno cambiare idea al più reticente dei visitatori. Si può cominciare il proprio tour partendo da Piazza Papa Innocenzo IV, nella parte alta del paese per godere della visita all’Oratorio dei Disciplinanti, la chiesa di San Lorenzo ed il campanile (mai completato) posto di fianco alla piccola struttura religiosa. Scendendo dalla piazza principale del paese, ci si può avventurare per le piccole stradine che lo attraversano come un sistema di vene ed arterie che alimentano, candide, la bellezza del luogo. Qui i locali tipici e qualche negozio di artigianato locale faranno sorridere occhi e cuore, riempiendo di ricordi unici e davvero singolari come la vista del vecchio mulino o la fine di Via Belvedere che conduce al porto.
Dopo una suggestiva visita a Manarola, la strada prosegue lieve verso Corniglia, una terra silenziosa e quieta che accoglie il cuore di tutti, in modo semplice e meraviglioso. Questo borgo si trova all'apice di un piccolo promontorio roccioso, a circa 100 metri d’altezza. La sua particolarità ne fa un luogo ricco di fascino e di dolcezza nostalgica.
Corniglia è abbracciata, su tre lati, da meravigliosi e profumati vigneti che ne addolciscono l’aria e la terra, inebriando chiunque si trovi a passare per le stradine di questo borgo. Un piccolo gioiello nel cuore delle Cinque Terre, a metà strada da tutto e tutti. Vicina e lontana, in un’eterna insoddisfazione che non trova pace nemmeno nella bellezza del mare. Il borgo di Corniglia si sviluppa lungo via Fiesci, la principale strada che lo collega al resto del mondo. Le sue case, meno strette di quelle degli altri borghi delle Cinque Terre, sono costruzioni assai rilassate: piccole e basse, conquistano lo sguardo del passante e gli regalato un attimo di felicità. Un lato verso il mare, un lato verso la terra: un’eterna metà che ne fa l’unicità del posto. Una dualità che si rispecchia anche nei suoi paesaggi: dovunque vuoi guardare, puoi innamorarti delle Cinque Terre da Corniglia.
La strada principale di Corniglia conduce alla chiesa di San Pietro e poi fino alla terrazza di Santa Maria, dove è possibile ammirare il paesaggio sottostante. Basta affacciarsi alla terrazza per godersi un angolo di paradiso. Corniglia ha un’origine presumibilmente medievale per cui, se si osserva bene, è possibile rintracciare nelle pareti delle case resti dell’architettura del tempo e piccole statue. Lungo la strada poi piazzetta Ciapara conduce il visitatore attraverso il carruggio del paese e poi fino al centro del paese, Largo Taragio.
Tra le cose più belle di Corniglia ci sono sicuramente l’oratorio di Santa Caterina, la Torre e la suggestiva marina di Corniglia, con il suo piccolo porticciolo riservato a poche barche spettinate.
Corniglia è abbracciata, su tre lati, da meravigliosi e profumati vigneti che ne addolciscono l’aria e la terra, inebriando chiunque si trovi a passare per le stradine di questo borgo. Un piccolo gioiello nel cuore delle Cinque Terre, a metà strada da tutto e tutti. Vicina e lontana, in un’eterna insoddisfazione che non trova pace nemmeno nella bellezza del mare. Il borgo di Corniglia si sviluppa lungo via Fiesci, la principale strada che lo collega al resto del mondo. Le sue case, meno strette di quelle degli altri borghi delle Cinque Terre, sono costruzioni assai rilassate: piccole e basse, conquistano lo sguardo del passante e gli regalato un attimo di felicità. Un lato verso il mare, un lato verso la terra: un’eterna metà che ne fa l’unicità del posto. Una dualità che si rispecchia anche nei suoi paesaggi: dovunque vuoi guardare, puoi innamorarti delle Cinque Terre da Corniglia.
La strada principale di Corniglia conduce alla chiesa di San Pietro e poi fino alla terrazza di Santa Maria, dove è possibile ammirare il paesaggio sottostante. Basta affacciarsi alla terrazza per godersi un angolo di paradiso. Corniglia ha un’origine presumibilmente medievale per cui, se si osserva bene, è possibile rintracciare nelle pareti delle case resti dell’architettura del tempo e piccole statue. Lungo la strada poi piazzetta Ciapara conduce il visitatore attraverso il carruggio del paese e poi fino al centro del paese, Largo Taragio.
Tra le cose più belle di Corniglia ci sono sicuramente l’oratorio di Santa Caterina, la Torre e la suggestiva marina di Corniglia, con il suo piccolo porticciolo riservato a poche barche spettinate.
Lungo la strada verso Monterosso, la tappa obbligata di un tour nelle Cinque Terre è Vernazza. Un luogo molto suggestivo, a metà tra il fascino marinaresco e nostalgico delle case dai colori tenui e la piazzetta che affaccia sul mare e, dall’altro lato, la durezza del paesaggio duro dei terrazzamenti aspri e forti delle Cinque Terre.
Vernazza è - come tradizione vuole - un piccolo paese di pescatori a ridosso del mare con il richiamo della montagna che si perde fra la brezza e la terra selvaggia.
Questo piccolo villaggio delle Cinque Terre è considerato una delle location più belle di queste zone. Un posto normale per la Liguria: il porto, case colorate e mare meraviglioso. Ecco che questo paesino fa capolino sulle mappe nel lontano anno mille come insediamento romano prima e come luogo di passaggio e porto sicuro per le conquiste dei liguri alla ricerca di altro spazio dove vivere e crescere. Dopo la seconda metà del 1200, Vernazza diventa ufficialmente parte della Repubblica Marinara di Genova e dei suoi possedimenti. A difesa di questo piccolo borgo si costruiscono numerose fortificazioni, per via delle frequenti visite dei pirati. Dopo un periodo fiorente, anche qui la fame comincia a farsi sentire e le coltivazioni di olio e di vino, principale mezzo di sostentamento di Vernazza nella cultura commerciale dell’epoca, decadono. I liguri sono, però, persone che non si lasciano di certo governare dagli eventi e, messi su nuovi spazi dove coltivare, ricominciano a far circolare la loro moneta di scambio, la qualità dei propri prodotti che continua ancora oggi a celebrare la forza e la bellezza di Vernazza nel mondo.
Oltre ad assaggiare i vini locali e l’olio, insieme al buon cibo, cosa si può fare a Vernazza? Sicuramente nulla può prescindere da una visita al locale castello Doria dal quale, tra le altre cose, si può godere una magnifica vista. Questa fortificazione proteggeva il villaggio dai pirati nel Medioevo ed oggi costituisce un punto di vista storico inusuale per osservare il panorama che circonda il paesino. Altre attrazioni di Vernazza sono l’antica chiesa di Santa Margherita di Antiochia (risalente al 1300) ed una passeggiata a via Roma fino a Piazzetta Marconi dove fare una sosta per un leggero aperitivo.
Altre cose da vedere a Vernazza sono la piccola Cappella di Santa Marta e la storica stazione ferroviaria. Da ogni punto del piccolo borgo è possibile trovare una stradina che conduca al mare, richiamo irresistibile per queste terre.
Vernazza è - come tradizione vuole - un piccolo paese di pescatori a ridosso del mare con il richiamo della montagna che si perde fra la brezza e la terra selvaggia.
Questo piccolo villaggio delle Cinque Terre è considerato una delle location più belle di queste zone. Un posto normale per la Liguria: il porto, case colorate e mare meraviglioso. Ecco che questo paesino fa capolino sulle mappe nel lontano anno mille come insediamento romano prima e come luogo di passaggio e porto sicuro per le conquiste dei liguri alla ricerca di altro spazio dove vivere e crescere. Dopo la seconda metà del 1200, Vernazza diventa ufficialmente parte della Repubblica Marinara di Genova e dei suoi possedimenti. A difesa di questo piccolo borgo si costruiscono numerose fortificazioni, per via delle frequenti visite dei pirati. Dopo un periodo fiorente, anche qui la fame comincia a farsi sentire e le coltivazioni di olio e di vino, principale mezzo di sostentamento di Vernazza nella cultura commerciale dell’epoca, decadono. I liguri sono, però, persone che non si lasciano di certo governare dagli eventi e, messi su nuovi spazi dove coltivare, ricominciano a far circolare la loro moneta di scambio, la qualità dei propri prodotti che continua ancora oggi a celebrare la forza e la bellezza di Vernazza nel mondo.
Oltre ad assaggiare i vini locali e l’olio, insieme al buon cibo, cosa si può fare a Vernazza? Sicuramente nulla può prescindere da una visita al locale castello Doria dal quale, tra le altre cose, si può godere una magnifica vista. Questa fortificazione proteggeva il villaggio dai pirati nel Medioevo ed oggi costituisce un punto di vista storico inusuale per osservare il panorama che circonda il paesino. Altre attrazioni di Vernazza sono l’antica chiesa di Santa Margherita di Antiochia (risalente al 1300) ed una passeggiata a via Roma fino a Piazzetta Marconi dove fare una sosta per un leggero aperitivo.
Altre cose da vedere a Vernazza sono la piccola Cappella di Santa Marta e la storica stazione ferroviaria. Da ogni punto del piccolo borgo è possibile trovare una stradina che conduca al mare, richiamo irresistibile per queste terre.
Quando non vuoi avere parole per descrivere la bellezza delle Cinque Terre, ecco che arrivi a Monterosso al Mare e non vuoi più saperne niente della vita che era fino ad un attimo prima. Monterosso al Mare è un insieme di vibrazioni positive disturbate solo dal canto del mare e nulla più. Non ha più fascino degli altri ma la sua piccola spiaggia di ciottoli, il sole che vibra fra le fronde degli alberi ed il suono roboante del mare non può fare altro che conquistare il cuore di tutti, ma proprio di chiunque venga qui deciso a prendersi una pausa dal mondo.
Si può arrivare qui comodamente in auto e si ha solo l’imbarazzo della scelta del punto da cui si vuole partire per esplorare il piccolo borgo. Da un lato, infatti, vi è il vecchio borgo e, dall’altro, vi è il nuovo paese chiamato Fegina. I due punti di Monterosso al Mare sono collegati da un piccolo tunnel che attraversa il promontorio di San Cristoforo. Una situazione fuori dal normale ma, dopotutto, cosa nelle Cinque Terre rientra nella dicitura “normalità”? Nulla, nemmeno la bellezza. Si parla di straordinarietà a Limoni, vigneti ed uliveti: immagina i profumi che si spandono per le piccole stradine del borgo di Monterosso a Mare. Un bouquet da offrire all’anima, già impegnata con la bellezza del luogo, del buon cibo e dei panorami mozzafiato. Questo piccolo borgo risale ovviamente, come tutte la costellazione di villaggi delle Cinque Terre, al Medioevo. Oltre a subire i “classici” attacchi dei pirati dell’epoca, Monterosso a Mare doveva essere difesa dai villaggi circostanti. Per questo furono erette numerose fortificazioni, ancora visibili nella parte alta del borgo accessibile all’epoca solo attraverso la mulattiera o i piccoli sentieri scoscesi che lo circondano.
Cosa si può vedere a Monterosso a Mare? Sicuramente la parte più affascinante resta il vecchio borgo che vanta ancora la presenza delle vecchie mura, della fortezza del Castello di Fieschi e la sua Torre Aurora. Da visitare sono anche la Chiesa di San Giovanni Battista ed il vicino monastero dei Cappuccini. Monterosso è caratterizzato da queste piccole case colorate, da cui farsi abbracciare mentre ci si gode un aperitivo in uno dei tanti locali della zona alla fresca brezza del vento ligure.
Altrettanto suggestiva è però la parte di Monterosso denominata oggi Fegina, che va dal promontorio di San Cristoforo alla punta Mesco. Le cose di cui godere durante una passeggiata a Fegina sono sicuramente il lungomare, la piccola spiaggia e qualche delizioso documento visuale della nuova vita del paese, come la statua di Nettuno e Villa Pastine.
Si può arrivare qui comodamente in auto e si ha solo l’imbarazzo della scelta del punto da cui si vuole partire per esplorare il piccolo borgo. Da un lato, infatti, vi è il vecchio borgo e, dall’altro, vi è il nuovo paese chiamato Fegina. I due punti di Monterosso al Mare sono collegati da un piccolo tunnel che attraversa il promontorio di San Cristoforo. Una situazione fuori dal normale ma, dopotutto, cosa nelle Cinque Terre rientra nella dicitura “normalità”? Nulla, nemmeno la bellezza. Si parla di straordinarietà a Limoni, vigneti ed uliveti: immagina i profumi che si spandono per le piccole stradine del borgo di Monterosso a Mare. Un bouquet da offrire all’anima, già impegnata con la bellezza del luogo, del buon cibo e dei panorami mozzafiato. Questo piccolo borgo risale ovviamente, come tutte la costellazione di villaggi delle Cinque Terre, al Medioevo. Oltre a subire i “classici” attacchi dei pirati dell’epoca, Monterosso a Mare doveva essere difesa dai villaggi circostanti. Per questo furono erette numerose fortificazioni, ancora visibili nella parte alta del borgo accessibile all’epoca solo attraverso la mulattiera o i piccoli sentieri scoscesi che lo circondano.
Cosa si può vedere a Monterosso a Mare? Sicuramente la parte più affascinante resta il vecchio borgo che vanta ancora la presenza delle vecchie mura, della fortezza del Castello di Fieschi e la sua Torre Aurora. Da visitare sono anche la Chiesa di San Giovanni Battista ed il vicino monastero dei Cappuccini. Monterosso è caratterizzato da queste piccole case colorate, da cui farsi abbracciare mentre ci si gode un aperitivo in uno dei tanti locali della zona alla fresca brezza del vento ligure.
Altrettanto suggestiva è però la parte di Monterosso denominata oggi Fegina, che va dal promontorio di San Cristoforo alla punta Mesco. Le cose di cui godere durante una passeggiata a Fegina sono sicuramente il lungomare, la piccola spiaggia e qualche delizioso documento visuale della nuova vita del paese, come la statua di Nettuno e Villa Pastine.